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CWI

Scuola Europea del CWI - Belgio, Luglio 2004 (Prima parte)

Le crisi nell’economia mondiale, la guerra imperialista e l’occupazione dell’Iraq, i sommovimenti politici in America Latina, l’offensiva neoliberista dei padroni contro il lavoro e le condizioni di vita dei lavoratori…

Questa è stata la situazione politica discussa dai 350 membri del Comitato per una Internazionale dei Lavoratori (CWI/CIL) che si sono riuniti per una settimana in Belgio lo scorso Luglio.

Costruire il Partito del Socialismo Mondiale

La Scuola estiva europea (che ha celebrato quest’anno il 30mo Anniversario della fondazione del CWI) è stata la più partecipata degli ultimi dieci anni. Ha riunito membri non solo dell’Europa occidentale ma anche membri provenienti dalla Repubblica Ceca, Russia, Kazakhistan e,significativamente, un nuovo gruppo del CWI proveniente dalla Polonia.

Inoltre, la scuola ha visto anche la presenza di membri del CWI da altre parti del mondo – Brasile,Pakistan, Israele, USA e Malaysia – da ricordare anche la presenza importante della compagna Yasmin che fa parte di un gruppo marxista del Venezuela (alla fine dell’ articolo trovate una intervista fatta da Lotta per il socialismo)

Nonostante le spese sostenute per organizzare il tutto, l’appello finanziario per costruire il CWI ha superato i 16,500 euro, i compagni del Belgio (che insieme alla sezione Greca del CWI, hanno raddoppiato i loro membri negli ultimi due anni) hanno devoluto un terzo del totale. Inoltre si sono raccolti circa 3,000 euro dalla vendita di libri, opuscoli e altro materiale.

Costruiamo il CWI

Le intense discussioni, dalle sessioni plenarie a dalla due giorni di commissioni sono culminate nella sessione finale che riguardava la discussione sulla costruzione del CWI e delle sue sezioni.

Il principale resoconto è stato fatto da Clare Doyle a cui sono seguiti numerosi e vari rapporti dalle sezioni e la sintesi di Simon Kaplan. Nonostante le nostre piccole forze paragonate al compito della trasformazione socialista del mondo, già in alcune arene di lotta fungiamo da importante leva per il cambiamento.

L’assemblea inoltre ha approvato risoluzioni in appoggio alle lotte dei lavoratori portuali in Israele contro le privatizzazioni del governo Sharon e a sostegno dei militanti del movimenti dei contadini senza terra arrestati in Pakistan.

L’entusiasmo dei compagni del Belgio, con i quali ci congratuliamo per la superba organizzazione dell’ evento, e di tutti gli altri membri presenti è culminato con il canto dell’Internazionale e di Bandiera Rossa.

Guerre e caos economico

LYNN WALSH ha introdotto la sessione plenaria con un discorso, durato 60 minuti per la mole di argomenti che trattava, su “Le relazioni imperialiste, la crisi in Iraq, lotta di classe e gli USA”. Tuttavia il dibattito che ne è seguito – moderato da Robert Bechert – e le commissioni, hanno portato ad un dibattito ricco e alla chiarificazione dei principali processi che stanno scuotendo attualmente il mondo.

Partendo dalla situazione in Iraq, Lynn ha spiegato come la guerra e l’occupazione si siano trasfor una palude politica per l’imperialismo USA – e sotto certi aspetti, peggiore all’esperienza della guerra del Vietnam.

Il finto passaggio dei poteri, avvenuto il 28 Giugno scorso, nelle mani di una vecchia volpe della CIA come Iyad Allawi non ha fermato la crescente resistenza armata contro l’occupazione né lo sviluppo di un forte movimento nazionalista iracheno.

Il CWI difende il diritto a resistere contro l’imperialismo ma avverte del pericolo che potrebbe derivare se dei gruppi politici islamisti destra prendessero il potere. Una dittatura clericale che rimane nei confini del capitalismo, come in Iran, sarebbe un disastro. E nonostante l’attuale debolezza delle forze della classe lavoratrice per cambiare la società, il socialismo rimane l’unica alternativa possibile per l’Iraq e il Medio Oriente.

Nello “stomaco della bestia” (ossia negli USA) la guerra in Iraq, il taglio delle tasse a favore dei ricchi e la perdita di molti posti di lavoro stanno alimentando la rabbia della classe lavoratrice. La popolarità di Bush è crollata e attivisti del movimento contro la guerra e dei sindacati hanno manifestato nei giorni della Convention del Partito Repubblicano a New York. Il Sindacato dei portuali ha fatto appello per una marcia di un milione di lavoratori nella capitale, Washington DC.

Ma lo sfidante Democratico, il milionario John Kerry non è una alternativa possibile in quanto non ha fatto minimamente accenno al ritiro dei militari USA se venisse eletto, anzi si è reso disponibile a intensificare l’occupazione dell’Iraq!

Socialist Alternative (CWI,USA) ha partecipato attivamente alla campagna presidenziale del populista di sinistra Ralph Nader. Anche se non è un socialista marxista, Nader ha un programma progressista a favore dei lavoratori, contro la guerra e le grosse imprese americane. Recentemente Socialist Alternative ha organizzato, a Boston, una assemblea in appoggio a Nader che ha visto la partecipazione di 800 persone.

La fragilità del capitalismo mondiale ha portato al declino dei livelli di vita di milioni di persone. L’economia USA da sola, guidata da un consumo insostenibile e dal boom del credito, ha prevenuto una crisi mondiale ma questo non può continuare a lungo. E data l’interdipendenza economica tra gli USA e la Cina, anche la rapida espansione economica non potrà arrestare una possibile fusione.

In Europa, la crisi nel sistema del profitto dei padroni è sfociata in una offensiva “neoliberista” contro il lavoro e i livelli di vita dei lavoratori. Questo ha prodotto una rinascita della lotta di classe e se non fosse stato per il lavoro sporco condotto dalle dirigenze delle organizzazioni dei lavoratori, la classe dominante dell’Europa si sarebbe trovata a lottare per la sua sopravvivenza.

Il fallimento delle organizzazioni tradizionali dei lavoratori e della socialdemocrazia ha condotto ad una disillusione politica. Questo è stato sfruttato in modo pericoloso da parte dei partiti di destra razzisti e nazionalisti.

Ma, è importante dirlo, ha creato le possibilità per lo sviluppo di nuove formazioni politiche di sinistra, un processo che si sta sviluppando ora in Germania. Tuttavia, in Francia l’occasione di creare un nuovo partito dei lavoratori a partire dalle lotte che si sono viste in quel paese – recentemente contro la privatizzazione dell’energia elettrica – è stata buttata al vento dai cosiddetti partiti Trotskisti,da LO e la LCR.

In Gran Bretagna i principali dirigenti sindacali continuano ad aggrapparsi al cadavere politico del New Labour nonostante l’espulsione del Sindacato dei ferrovieri e l’ abbandono del Sindacato dei pompieri.

Rivoluzione e contro-rivoluzione

La seconda sessione plenaria ha focalizzato la discussione sull’America Latina, un continente che, come hanno spiegato Peter Taaffe e Tony Saunois, è sconvolta dal tumulto sociale e politico a causa del fallimento del capitalismo.

Dal Rio Grande nel Nord alla Terra del Fuoco nel sud di questo continente, non esiste un solo paese fermamente stabile.

Le politiche neoliberiste di privatizzazione e tagli sociali hanno ridotto le economie del continente – una volta prosperose – ad essere dominate dagli imperialisti e in paesi molto poveri. Ma questo a fatto nascere grossi movimenti sociali dei lavoratori e dei contadini. Nei paesi Andini la lotta ha raggiunto proporzioni insurrezionali con una serie di scioperi generali.

In Brasile, come hanno spiegato i compagni Marcus e Miguel, la crescente crisi sociale – 130.000 persone hanno fatto domanda per 1500 posti nella Nettezza Urbana! – ha fatto svanire velocemente l’appoggio e le speranza per il presidente Lula.

La capitolazione del PT (il Partito di Lula) all’imperialismo unita all’impasse del capitalismo, ha permesso la nascita di una nuova formazione di sinistra – il Partito del Socialismo e della Libertà (P-SOL).

Le forze del CWI stanno giocando un ruolo principale nella costruzione del PSOL ma allo stesso tempo portano avanti il proprio programma Marxista.

In Venezuela la lotta di classe è nella sua fase più acuta, con tratti di rivoluzione e contro-rivoluzione. Il presidente del paese, il populista Hugo Chavez, tenta di stare in equilibrio tra la pressione delle masse povere che chiedono riforme sociali e la contro offensiva della classe dominante e dell’iimperialismo.

Come ha spiegato la compagna venezuelana Yasmin, le forze sociali radicalizzate dal populismo di Chavez sono considerate come una minaccia dall’oligarchia e dall’imperialismo USA.

Ma lo stallo esistente non può durare a lungo. Una nuova fase di lotta è iniziata dopo il referendum che ha tentato di cacciare Chavez. Il compito del CWI è di assistere questi lavoratori rivoluzionari nel portare avanti la lotta spiegando la necessità di un programma socialista per la rivoluzione.

Intervista ad una militante Venezuelana

Rivoluzione nella rivoluzione

Yasmin è una attivista e membro di una organizzazione marxista in Venezuela radicata nelle università, nei luoghi di lavoro e nelle comunità indigene. In occasione della Scuola Estiva di Luglio del CWI tenutasi in Belgio l’abbiamo intervistata sul referendum in Venezuela e le sue conseguenze.
Cosa pensi del risultato del referendum?

È stata una vittoria importante. Ma prima del referendum noi abbiamo spiegato che l’opposizione, che stava perdendo sostenitori, avrebbe tentato di sabotare il risultato e avrebbe dichiarato che la vittoria fosse il frutto di una frode.

A causa dell’instabilità a livello mondiale dei mercati energetici il paesi imperialisti occidentali, inclusi gli USA, hanno ricercato una operazione “chirurgica” per fare in modo che il prezzo del petrolio non si alzasse ancora di più. Per questo i risultati sono stati dichiarati immediatamente e divulgati dal Centro Carter e dall’Organizzazione degli Stati Americani.

L’opposizione insieme a settori della borghesia è stata quindi vista e denunciata come bugiarda.

Cosa ha fatto la vostra organizzazione durante la campagna per il referendum?

Chavez ha fatto appello alla formazione di “controllori elettorali” in ogni area dove si sarebbe votato per aiutare la costruzione dei comitati per il No. Noi siamo stai coinvolti in questi comitati. Ma abbiamo fatto appello per l’elezione di una leadership “popolare” a livello locale,statale e nazionale, piuttosto che di una leadership calata dall’alto. Inoltre abbiamo fatto appello alla formazione di una leadership rivoluzionaria.

Cosa pensate che potrebbe succedere adesso?

Adesso abbiamo bisogno di chiarezza ideologica. L’imperialismo si sta preparando a far crollare le conquiste della rivoluzione e il popolo deve essere preparato per affrontare questa minaccia. Questo significa chiarezza politica e la costruzione di una leadership rivoluzionaria senza burocrati o riformisti. Noi facciamo appello alla costruzione di uno stato socialista come unica strada per far fronte alle minacce dell’imperialismo e andare oltre.

Il leaders Chavisti, tuttavia, pensano che questo sia possibile all’interno del capitalismo. Ma è chiaro che incontreremo molti ostacoli e la scelta sarà tra l’andare avanti verso il socialismo o indietreggiare verso la conciliazione o la negoziazione con l’imperialismo. La nostra posizione è riassunta nel nostro slogan “Rivoluzione nella rivoluzione”.

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