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Dichiarazione del CWI

Un anno in Iraq

Il 20 Marzo 2004 ricorre il primo anniversario della guerra imperialista condotta dagli USA contro l'Iraq.

Nonostante la caduta dell'odiato dittatore, Saddam Hussein, la qualità della vita è colata a picco per la maggioranza degli irakeni. Regna l'anarchia. I giovani affrontano una vita di povertà e disoccupazione. Le infrastrutture sociali sono a pezzi e senza nessun segnale di miglioramento. Ed ora è aumentata la paura di conflitti etnici e religiosi, che possono sfociare nella guerra civile.

Continuano le ripercussioni a livello mondiale della guerra in Iraq . Solo la scorsa settimana, un terremoto politico ha avuto luogo in Spagna. Il governo di destra del Partito Popolare (PP) ha pagato la cinica manipolazione dei bombardamenti di Madrid –tentando di accusare il gruppo separatista basco ETA per le atrocità accadute, mentre con ogni evidenza la responsabilità dell'attentato cade su un gruppo terrorista islamico - con la classe lavoratrice spagnola che ha cacciato il partito dal governo nelle elezioni generali di domenica scorsa. Comunque, è importante notare come il movimento politico di massa in Spagna contro il Partito di Jose Maria Aznar abbia dato anche un serio colpo a Bush, Blair, Berlusconi e gli altri governi favorevoli alla guerra e, sopratutto ai piani dell' imperialismo nel Medio Oriente. La vittoria del PSOE, ha scosso tutti i governi del mondo, specialmente quelli direttamente coinvolti nella guerra imperialista. Il PSOE ha ottenuto il 42% dei voti, mentre il 38% è andato al PP. Il PSOE ha guadagnato 2.8 milioni di voti in più rispetto alle ultime elezioni del 2000, molti di questi voti provengono dalle giovani generazioni. Questo straordinario risultato mostra la profonda rabbia degli spagnoli contro la guerra in Iraq e le bugie e la propaganda che l' hanno accompagnata.

L'impegno del nuovo Primo Ministro spagnolo,Zapatero, a ritirare le truppe spagnole dall'Iraq a meno che l'ONU non prenda il comando delle forze della coalizione è un serio problema per Bush. In termini puramente militari, le forze spagnole sono ristrette. Ma in termini politici la posizione del nuovo governo spagnolo sull'Iraq è come dinamite.Inoltre mina la legittimità della guerra e dell'occupazione e minaccia di avviare uno scioglimento della coalizione in Iraq. Dopo la Spagna, quale sarà il prossimo paese della coalizione a minacciare il ritiro delle sue truppe dalla palude politica dell'Iraq?

Come risultato del caos e del disagio in Iraq abbiamo visto l'enorme rabbia e le assordanti proteste per la fine dell'occupazione imperialista. Questo è sentito profondamente nella zona centrale del paese a maggioranza Sunnita. Ma sta aumentando anche nel sud del paese a maggioranza Sciita, ora gli Stati Uniti e l'imperialismo britannico sono visti come responsabili di tutte le sofferenze affrontate dagli irakeni e “gli occupanti devono andarsene”.

Le guerre imperialiste conducono sempre con sè molte atrocità. Ma spesso un particolare esempio di strage indica l'orrore di un conflitto. Nella Guerra del Vietnam fu il massacro di My Lai nel marzo 1968. Nell'invasione israeliana del Libano fu la macellazione di migliaia di Palestinesi da parte delle milizie fasciste della Falange Cristiana nel campo profughi di Sabra e Shatila nel 1982.In Iraq forse potranno essere gli attacchi kamikaze contro gli Sciiti mentre commemoravano il loro giorno santo, l'Ashoura, a Kerbala e Bagdad agli inizi di marzo. Progettato per mettere gli Sciiti contro i Sunniti, questo è stato un mostruoso atto di violenza. Gli attacchi sono stati progettati in modo tale che gli adoratori che avessero scampato il primo colpo sarebbero stati colpiti dal secondo. Tutto il mondo non si aspettava che tanto orrore potesse essere causato dall'ultima avventura imperialista degli USA, che inizialmente doveva portare "la pace, la democrazia e la fine della dittatura", invece ha condotto a tanto spargimento di sangue.

Eventi come i bombardamenti di Madrid e il massacro nel giorno dell'Ashoura costituiscono lo sfondo delle dimostrazioni di massa degli attivisti contro la guerra, i lavoratori e i giovani che attraverseranno il globo il 20 marzo 2004, e manifesteranno la loro opposizione all'invasione e all'occupazione dell'Iraq da parte dell' imperialismo USA. A questo si aggiungerà l'augurio che il caos e la violenza in Iraq finiscano il più presto possibile.

Mentre noi viviamo in un mondo caratterizzato da instabilità e violenze - un risultato che è alla base del super-sfruttamento capitalista e della globalizzazione - milioni di lavoratori e giovani sono passati all' azione durante il corso degli ultimi tredici mesi per fermare la guerra e l'ulteriore spargimento di sangue.

Bush e Blair disperati

Come risultato del movimento contro la guerra e l'occupazione (che riflettono un malcontento molto più ampio che riconduce ai problemi sociali ed economici) e il sentimento comune che gli Stati Uniti e il governo britannico hanno mentito per trovare l'accordo per l'invasione, e sin da allora giustificare la guerra, il tono dei guerrafondai Bush e Blair è cambiato fin dalla “vittoriosa” invasione dell' Iraq e l'annuncio della “fine delle ostilità.” La caduta del governo di Aznar ,che ha usato gli stessi pretesti per sostenere la guerra e ha mentito poi sui bombardamenti di Madrid, ha sconvolto le menti del governo degli USA e di quello britannico. Se i lavoratori spagnoli hanno deciso di non riconfermare il PP a causa della posizione favorevole alla guerra e delle sue bugie, lo stesso potrebbe succedere a loro?

Bush e Blair, stanno disperatamente cercando di “passare” il potere ad un governo nuovo governo irakeno entro il prossimo 30 Giugno. Si sentono minacciati a causa della loro posizione sulla guerra. Dietro le quinte, stanno supplicando e premendo sugli altri paesi e sulle Nazioni Unite per coinvolgerli nella palude irakena, fornendo all' imperialismo una copertura. Ma ogni proposta o passo avanti degli occupanti, sempre ritratto come una “vittoria”, potrebbe tramutarsi nel suo opposto nel giro di pochi giorni, se non nel giro di poche ore.

L’esempio più recente è stato l'annuncio dell' accordo sulla "Legge Amministrativa di Transizione"(LAT), a tutti gli effetti una costituzione provvisoria, dato dal Consiglio di Governo Irakeno (CGI) il 1 marzo, appoggiato dagli USA. Questa sarà la base sulla quale si governerà l'Iraq finché una costituzione permanente non sarà varata dopo le prospettate elezioni di quest'anno o al più tardi nel 2005. Indubbiamente, l'annuncio della ‘nuova costituzione provvisoria ' è stato calcolato per fare in modo che avvenisse poco prima delle commemorazioni del giorno dell'Ashoura in modo tale da deviare l'attenzione dalla dimostrazione della forza degli Sciiti in Iraq. L'esultanza espressa dai rappresentanti della Autorità Provvisoria è stata subito spenta dal massacro dell'Ashoura.

Nonostante le affermazioni che l'accordo rappresenti un concreto passo in avanti verso "l'autogoverno dell'Iraq", anche una analisi superficiale mostra come la nuova legge tenti di mascherare le contraddizioni che esistono tra i Partiti del CGI, che rappresentano le diverse etnie e religioni della popolazione dell'Iraq. Queste contraddizioni scoppieranno nel corso dei prossimi mesi.

I funzionari dell' Amministrazione Provvisoria sono consapevoli di queste contraddizioni. Pubblicamente descrivono le loro azioni mostrando tutta la loro abilità nei compromessi. Comunque una volta che il potere verrà “consegnato”nelle mani del nuovo governo, l'imperialismo USA tenterà di assumere il controllo delle contraddizioni e degli equilibri contenuti nella costituzione provvisoria come un modo di imporre la sua volontà. Già sono in atto piani per installare un'ambasciata degli Stati Uniti nella nuova sede centrale della Autorità Provvisoria. Questa ambasciata avrà almeno 160 addetti e farà di essa la più grande missione diplomatica USA nel mondo. Indubbiamente, l'imperialismo degli USA intende usare questa ambasciata come il centro di coordinamento per i loro progettati piani di un più diretto dominio dominazione del'intero Medio Oriente e le sue riserve di petrolio.

Paul Bremer, capo dell'Amministrazione Provvisoria deve far fronte alle richieste degli Sciiti per un stato islamico centralizzato e le richieste dei Kurdi per l'autonomia e il diritto ad uno stato laico. Indubbiamente i rappresentanti degli USA fanno enormi pressioni e minacce per assicurare il raggiungimento degli accordi. Questo perché, per quel che concerne all'amministrazione Bush, la data del 30 Giugno ,giorno del passaggio delle "consegne", è ormai "stabilita"; determinata dal bisogno vitale di presentarsi alle prossime elezioni per la campagna Presidenziale con il successo di aver portato ad un (finto) progresso l'Iraq.

Concessioni

I gruppi Kurdi nel CGI hanno portato avanti una campagna ,durante le negoziazioni, per ottenere gli stessi livelli d'autonomia che hanno avuto nell' Iraq settentrionale fin dalla realizzazione della NO FLY ZONE da parte dell'ONU , in seguito alla prima guerra del Golfo. Esigono una regione autonoma Kurda col pieno controllo delle risorse, incluso la ricca (di petrolio) ma etnicamente diversa città di Kirkuk. Questo permetterebbe di mettere la grande ricchezza di petrolio di Kirkuk nelle mani dell'élite politica Kurda, cosa alla quale si oppongono tutti i partiti politici che rappresentano gli altri gruppi etnici e religiosi in Iraq. I gruppi Sciiti hanno richiesto che la struttura dell'Iraq rimanga basata sui diciotto "governatorati" che esistono sin dall'occupazione del paese da parte della Gran Bretagna dopo la I ^ Guerra Mondiale.

Il compromesso proposto dalla Amministrazione Provvisoria è che: rimarrebbero i "governatorati" ma ognuno avrà diritto a raggrupparsi attorno ad una "unità d'autogoverno". Bremer ha fatto anche un'altra concessione in riconoscimento all'appoggio armato dato dai combattenti Kurdi alla "coalizione" durante l'invasione. Ha permesso ai due Partiti Kurdi (l'Unione Patriottica del Kurdistan (UPK) e il Partito Democratico Kurdo (PDK)) di mantenere la loro milizia armata, i Peshmerga, come parte della Guardia Nazionale Irakena sotto il controllo nominale del governo centrale di Bagdad. Comunque, avendo fatto questa concessione, sarà difficile per Bremer richiedere il disarmo delle milizie degli Sciiti, richiesta che lui ha fatto recentemente.

Comunque,l' imperialismo USA, ha bloccato ogni tentativo di includere Kirkuk ed i campi di petrolio circostanti sotto il controllo Kurdo nel nuovo ordinamento. Questo avrebbe condotto ad una reazione estremamente forte dei militari turchi che avevano minacciato di invadere l'Iraq se si fossero fatti passi avanti verso l'indipendenza, in quanto temono le tendenze separatiste all'interno della popolazione Kurda che vive in Turchia. La carota data in cambio ai partiti kurdi è stata quella di permettere all' "autogoverno" di raccogliere indipendentemente soldi da finanziatori stranieri, come Banche ed Organizzazioni Non Governative.

Placare i partiti kurdi non è stato l'unico problema che ha dovuto affrontare la AP. Rappresentanti degli Sciiti, particolarmente quelli legati al Consiglio Supremo per la Rivoluzione islamica in Iraq, ed il suo leader spirituale, il Grande Ayatollah Ali al-Sistani, esigevano un stato più centralizzato nel quale la Sharia islamica fosse la base fondamentale per di legge. I negoziati sulla Sharia e la sua correlazione con le nuove leggi in Iraqi hanno consumato un quarto del tempo utilizzato per tute le negoziazioni. La costituzione provvisoria stabilisce che la religione del paese sarà l'Islam e la legge della Sharia sarà una delle fonti sulla quale si baserà la legge– in opposizione alla “fonte fondamentale” richiesta dai gruppi Sciiti. Un'ulteriore concessione ai partiti Sciiti è l'accordo che stabilisce che nessuna legge sarà approvata se in contraddizione con l'Islam. Il compromesso raggiunto con i partiti laici, così come il riconoscimento della Sharia,è stato la promulgazione di una nuova legge sui diritti umani che funzionerà a partire dall'applicazione della costituzione provvisoria. Il fatto che una legge per i diritti umani sia in contraddizione con alcune interpretazioni più conservatrici della legge islamica è stato ignorato da tutti i presenti.

Anche le Nazioni Unite si sono mosse contro i piani degli Stati Uniti che volevano che venisse organizzata una riunione ristretta dei capi di partito locali che selezionasse una assemblea che a sua volta avrebbe scelto il governo nazionale di transizione. Adesso sembra che il Dipartimento di Stato degli USA progetti o di aumentare i membri delCGI o di organizzare un'adunata nazionale di 200 "notabili" per nominare un nuovo governo. Entrambe queste sciarade della democrazia faranno in modo che sia l'imperialismo USA a scegliere il nuovo governo dell'Iraq.

Nonostante che la AP dichiari di volere un Iraq democratico dove siano rispettati i diritti delle donne, con un colpo di mano il 40 % dei posti assegnati alle donne nella futura assemblea nazionale è stato ridotto al 25%.

Ma sono state le clausole nella nuova legge che regola l'adozione di una nuova costituzione, che verrà applicata dopo le elezioni, che hanno provocato il malcontento. Una cerimonia organizzata per la firma ufficiale della costituzione provvisoria si dovette spostare perché cinque membri Sciiti del CGI rifiutarono inizialmente di prendere parte nonostante avessero accettato la legge solo alcuni giorni prima.

La nuova legge stabilisce che una nuova costituzione debba essere ratificata da un referendum. I membri Sciiti obiettarono di conseguenza, alla clausola che affermava che se i tre governatorati avessero rifiutato la costituzione con una maggioranza dei 2/3, la costituzione sarebbe stata bloccata. Questo condusse alle proteste contro i Kurdi e i Sunniti irakeni che avrebbero potuto rendere efficacemente impraticabile una decisione presa a maggioranza.

Ciononostante, era chiaro che la costituzione provvisoria sarebbe stata firmata. Un fallimento non poteva essere accettato a questo punto visto che tutti i partiti coinvolti avrebbero avuto troppo da perdere; si sarebbe dato luogo ad una crisi in Iraq, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, se si fosse messo in dubbio il termine del "passaggio" del potere dalle mani della AP a quelle del nuovo governo dell'Iraq.

Riallineamenti politici

I litigi sulla costituzione provvisoria indicano che stanno iniziando a prendere forma dei riallineamenti politici. Molti commentatori credono che questo processo condurrà ad un governo a maggiornaza Sciita, che sarebbe il primo in tutta la storia dell'Iraq . Chalabi, un autorevole (e corrotto) membro del Congresso Nazionale Irakeno in esilio, nonchè figlio prediletto del Pentagono, è stato tra coloro i quali si sono rifiutati di prendere parte alla cerimonia per la firma. Nelle scorse settimane, Chalabi ha appoggiato Sistani, sostenendolo nelle discussioni sulla costituzione così come sulla richiesta di elezioni dirette per scegliere il governo dopo che gli Stati Uniti "passeranno" le consegne, all'inizio di luglio. Questo va di pari passo con il corteggiamento dei Partiti sciiti da parte della AP e del CGI. Per esempio, durante la ricorrenza della Ashoura le tradizionali bandiere nere sciite sono state appese fuori dagli edifici pubblici, cosa che non era mai avvenuta prima nella storia dell'Iraq.

Questo riflette il riconoscimento opportunista da parte delle forze di occupazione del peso politico che i Partiti sciiti potrebbero avere in Iraq. Accortisi di queste attenzioni da parte degli occupanti imperialisti, i leader sciiti hanno adottato un accurato approccio tattico verso la costituzione provvisoria e la partecipazione nel CGI. Mentre i partiti come lo SCIRI, ed singoli personaggi come Al-Sistani, continuano con la loro acuta retorica anti-americana , i Partiti sciiti hanno cercato accuratamente di limitare l'estendersi di proteste pubbliche. I principali Partiti sciiti guardano al potere ,al prestigio e alla ricchezza che porta con se. I partiti come lo SCIRI hanno fatto importanti concessioni durante le negoziazioni. Comunque, i leaders di questi partiti credono di divenire maggioranza in un prossimo governo e potrebbero rescindere le decisioni e gli accordi fatti durante la formulazione di una nuova costituzione nel periodo post-elettorale.

A parte i futuri progetti sulle posizioni che potrebbero occupare in un governo appoggiato dagli USA, la maggior parte dei leader dei Partiti sciiti ed i clerici hanno ragioni più immediate per rimanere all'interno del processo politico. Una di queste ragioni è quella finanziaria. Tutti i fondi raccolti finora nelle moschee dell'Iraq vanno tutti nelle tasche dei mullah. Al-Sistani ha pubblicato un "fatwa" che permette di raccogliere il khum (un tassa del 20% sui guadagni, che si suppone tutti gli sciiti donino ai loro leader religiosi,). La caduta di Saddam Hussein ha permesso ai grandi affari di fiorire con "l'industria" del pellegrinaggio. 300 alberghi sono stati costruiti per ospitare l'enorme afflusso dei pellegrini sciiti a Kerbala. Il costo del terreno è aumentato di 10 volte rispetto a prima.

Comunque, figure più "radicali", come i seguaci di Muqtada al-Sadr, un clerico sciita, il cui padre fu ucciso dal regime di Saddam, sono stati esclusi da questi affari. Al-Sadr ha ridicolizzato il CGI e i partiti sciiti che vi hanno partecipato. E' stato il più deciso nell'attaccare l'occupazione dell'imperialismo USA . La sua propaganda è diretta principalmente ad ottenere appoggio fra i cittadini sciiti poveri. Al-Sadr attacca i leader dei partiti come lo SCIRI che hanno abbandonato l'Iraq durante la dittatura di Hussein e che rappresentano gli interessi dell'élite di affari sciita che proviene dall'Iran. Nonostante la sua retorica radicale, Al-Sadr sostiene le idee reazionarie dell' Islam politicizzato. Mentre Al-Sadr non è riuscito a costruire un appoggio di massa, è probabile che il suo movimento guadagnerà in popolarità dopo la fine delle illusioni di molti Irakeni nella classe dirigente dei partiti sciiti.

Agitazione politica

Con la prospettiva di molte agitazioni politiche che seguiranno dopo il “passaggio”, i funzionari dell'AP hanno parlato di aumentare la produzione di petrolio in Iraq. Gli Stati Uniti dichiarano che l'attuale produzione di petrolio di circa 2.5 milioni di barili al giorno è al di sotto di quello pompato prima dello scoppio della guerra. Comunque, molti lavoratori irakeni e i giovani non hanno visto nessun vantaggio dalle vendite di petrolio. I soldi guadagnati vanno a riempire il buco nero e sempre in aumento delle richieste di spesa del CGI, la ricostruzione (ad es. il pagamento del sovraprezzo alle multinazionali USA come la Halliburton che è collegata all'amministrazione americana) e i pagamenti delle riparazioni per la Prima Guerra del Golfo.

I funzionari del CGI si sono lamentati di non aver visto nessuno dei 33 miliardi di dollari promessi dai "donatori" Occidentali alla conferenza del FMI a Madrid nell'ottobre dell'anno scorso. Ma, questa cifra è comunque lontana dai 54 miliardi di dollari che le richieste più caute degli analisti avevano stimato. Come misura di emergenza la Banca Mondiale è stata d'accordo recentemente a sborsare 500 milioni di dollari in aiuti di emergenza all'incontro del FMI di Dubai. Comunque,i funzionari della Banca Mondiale sono stati stranamente ottusi avendo paura di dove i soldi possano finire. “Stiamo parlando di enormi somme di denaro. C'è un grosso pericolo che queste somme non vengano dislocate, sprecate o non distribuite in un modo trasparente”, così spiega John Speakman, un portavoce della Banca. Tale precisione probabilmente potrebbe essere spiegata in parte col fatto che Chalabi è il Ministro delle Finanze del CGI. Il governo della Giordania ha una condanna pendente contro Chalabi per l'appropriazione indebita di 300 milioni di dollari da una delle principali banche del paese.

La ricostruzione di un paese le cui infrastrutture sono state devastate da più di dieci anni di sanzioni da parte dell'ONU , così come dall'invasione brutale della superpotenza militare del mondo, sarebbe abbastanza difficile, ma gli sforzi dell'imperialismo USA vengono costantemente impediti dalla continua insurrezione, crescente in Iraq . Più recentemente, gli attacchi sono stati diretti contro ai cosidetti "punti deboli". Questo include nuovi reclutamenti nella nuova forza di polizia irakena e nella Guardia Nazionale. Una delle principali ragioni per è che le molte forze di occupazione, specialmente all'interno della cintura centrale (sunnita) del paese hanno rinunciato alle basi fortificate all'interno dei paesi e delle città, avventurandosi all'esterno solo in caso di necessità ed addirittura bene armati.

Sta avendo luogo un massiccio ricambio delle truppe USA. 130 mila militari nordamericani stanno lasciando l'Iraq dopo un anno e verranno sostituiti da più di 105.000. Comunque, il 50% di questi verrà dalla Guardia Nazionale degli USA– una componente "part-time"dell'esercito americano. Questi soldati hanno meno esperienze di combattimenti e molti di loro hanno lasciato il proprio lavoro "civile" per essere spediti in Iraq. Un ufficiale addetto all'arruolamento negli Stati Uniti ha descritto recentemente questi soldati come "bersagli facili", a causa della loro mancanza di esperienza. Questa rotazione delle truppe, ed il carattere delle loro sostituzioni, non passerà inosservato dalle forze che guidano l'insurrezione in Iraq. Di conseguenza, ci saranno probabili attacchi contro le truppe degli Stati Uniti nelle prossime settimane.

Una massiccia campagna di propaganda

Nel tentativo di minare l'appoggio per l'insurrezione da parte della popolazione irakena, l'imperialismo USA ha lanciato una massiccia campagna di propaganda per fare in modo che la coscienza popolare irakena colleghi la resistenza ad Al Qa'eda, particolarmente dopo il massacro nel giorno dell'Ashoura. Questa propaganda ha avuto il vantaggio di giustificare la cosidetta "guerra al terrorismo" internazionalmente. Secondo ufficiali degli Stati Uniti, il bombardamento è stato opera di Abu Musab al-Zarqawi, un giordano collegato ad Al-Qa'eda. “L'evidenza” per gli USA era data da una lettera passata come essere stata scritta da al-Zarqawi al comando di Al-Qa'eda con la quale lui cercava aiuti nel fomentare una guerra etnica tra Sciiti e Sunniti in Iraq. Molti esperti commentatori del Medio Oriente considerano la lettera una falsificazione.

Gli attentati dell’Ashoura potrebbero essere stati comandati da ex membri del Partito Bahaat (il partito di Saddam Hussein), temendo la crescente influenza dei partiti sciiti in Iraq. Ha scritto un giornalista esperto del Medio Oriente, Robert Fisk che “può essere possibile che forze legate ai partiti pro-USA, ed al regime fantoccio, siano i diretti responsabili per i massacri nel giorno dell’ Ashoura. Comunque, l'ultima cosa che ha bisogno Bush in questo momento in Iraq è maggiore instabilità. Questo non vuol dire che gli USA non siano capaci di fare uso di questi tipi di tattiche o che non li userebbero nel futuro.

I marxisti condannano gli attacchi sugli irakeni innocenti , sia che provengano da forze imperialiste che da gruppi terroristi islamici. È stato valutato, approssimativamente, che 12,000 vittime sono state fatte nelle guerre condotte dagli USA in Afghanistan e in Iraq, la metà sono civili. I marxisti condannano il terrore statale ed anche gli attacchi indiscriminati dei gruppi islamici reazionari, incluse le terribili atrocità contro la popolazione a Madrid, Istanbul, Casablanca e Bali. I fondamentalisti islamici possono anche essere in conflitto con le forze imperialiste - molti di loro durante la “Guerra Fredda” sono stati armati e finanziati dall’ imperialismo - ma ciò non toglie che siano completamente reazionari. Se andassero al potere imporrebbero una dittatura anti-operaia e fondamentalista. Chiunque sia responsabile per il massacro nel giorno dell’Ashoura, una cosa è certa: i massacri a Kerbala e a Bagdad sono stati ancora una volta un altro colpo alla campagna dell’imperialismo USA e Britannico di “portare la pace in Iraq” . Invece della “democrazia” promessa quello che esiste è un disastro.

Molti giornalisti favorevoli alla guerra, sia nel periodo precedente l’occupazione che in seguito, hanno propagandato gli argomenti di Bush e Blair per giustificarla.Hanno messo in ridicolo anche il movimento contro la guerra e tutte le manifestazioni che hanno avuto luogo. Anche in seguito alla marea dei 30 milioni di persone che hanno manifestato in tutto il mondo il 15 febbraio 2003, USA e Gran Bretagna hanno proseguito nei loro intenti. Molti si sono chiesti :”Se questi governi arroganti non hanno ascoltato la più grande protesta che sia mai avvenuta nella storia umana da cosa potrebbero essere fermati?”.

Comunque, non è stata solo la presunzione di Bush e Blair a farli diventare sordi alle proteste e agli appelli per fermare la guerra. . L'invasione dell'Iraq è stata condotta per saccheggiarne le risorse, particolarmente la sua ricchezza di petrolio e per ragioni strategiche.E’ direttamente connessa con la propaganda della “guerra al terrorismo” di Bush . L'invasione dell'Iraq ha segnato l’attuazione di nuova tattica da parte della classe dominante degli Stati Uniti in seguito agli attacchi dell’11 Settembre 2001 chiamata “prevenzione degli scioperi”.Ma una volta che la decisione di entrare in guerra era stata presa si sarebbe dovuto creare un movimento di massa, che includesse l’uso dello sciopero e delle sciopero generale, per costringere Bush e Blair a ritirarsi. Sfortunatamente, malgrado l’opposizione verbale in tutto il mondo contro la guerra di molti esponenti sindacali, la maggior parte di loro è stata contraria e incapace di costruire tale movimento.

Ma sarebbe completamente sbagliato trarre la conclusione che le manifestazioni contro la guerra e le proteste non abbiano avuto effetto. Hanno invece influenzato il corso della guerra e hanno avuto un effetto profondo in tutto il mondo politico.

Fonti anonime nell'esercito degli Stati Uniti hanno spiegato ,dopo che l'invasione ha avuto luogo, che la campagna di bombardamenti che Bush aveva promesso sarebbe servita a impaurire le proteste che avrebbero avuto luogo. In Gran Bretagna il tentativo disperato di Blair di ottenere una seconda risoluzione dell’ONU che autorizzasse l'invasione è stata direttamente collegata all’opposizione di massa contro la guerra.

Le proteste hanno cristallizzato e costruito la resistenza alla guerra dando a milioni di persone evidenza concreta che non sono stati lasciati da soli nella loro opposizione a questo conflitto. Ma le proteste hanno ridato anche fiducia ai milioni di lavoratori e alle giovani generazioni che era possibile e necessario protestare contro le decisioni dei politicanti. Chiaramente il movimento di massa contro la guerra in Spagna, un sondaggio mostra come il 90% fosse contrario alla guerra in Iraq, ha fatto da sfondo agli eclatanti risultati che hanno fatto cadere il governo del Partito Popolare di Aznar.

Richieste più ampie

Altre importanti domande sono stateposte. Internazionalmente, esiste un sentimento diffuso da molti anni che i politici siano corrotti, falsi e completamente lontani dai problemi che la maggioranza delle persone affrontano. La guerra ha approfondito questa percezione. Milioni di persone sentono che le vere ragioni del conflitto non sono mai state spiegate, e dubitano, perciò, che le Armi di Distruzione di Massa (ADM) siano esistite (o esistano) davvero. Sanno che compagnie direttamente collegate a politici americani trarrebbero profitti dalla sofferenza degli irakeni guadagnando molti milioni di dollari grazie ai contratti per ricostruire le installazioni che sono state appena distrutte dall'imperialismo USA. Sono infuriati dal fatto che i governi che hanno detto loro di non avere soldi per pensioni decenti, scuole o per la sanità pubblica, spendano miliardi in un'orgia di distruzione.Quindi la guerra e le proteste contro di essa hanno agito in modo tale da approfondire qualitativamente il sentimento contro il sistema e le domande fondamentali sulla natura del sistema capitalista nel quale viviamo. Il risultato ora è che ogni decisione o chiarimento da parte degli Stati Uniti e dell'imperialismo britannico riguardo la guerra e l'occupazione è vista automaticamente con sospetto da gran parte, se non dalla maggioranza, della popolazione negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e in tutto il mondo.

Questo sviluppo ha segnato il dopoguerra, più del trionfalismo di Bush e Blair. Di conseguenza, l'Imperatore (Bush) ed i suoi assistenti (Blair, Berlusconi) si sono scontrati con un coro: “Non avete più alibi.” Ogni giorno che passa sembra portare un altro problema in più connesso alla guerra che minaccia di scuotere i loro governi. La caduta di Aznar in Spagna è un chiaro avvertimento ai rappresentanti del capitalismo: i tentativi di ignorare la volontà della maggioranza della popolazione–specialmente su questioni importanti- portano inevitabilmente al disastro.

Negli Stati Uniti, nonostante la reazione iniziale agli attacchi dell' 11 Settembre c'è un interrogativo crescente ,sulla guerra di Bush e l'occupazione, fra ampie sezioni della classe lavoratrice ma anche nel ceto medio. Nonostante i mass-media controllati, la realtà della situazione riguardo alla guerra si è fatta strada attraverso canali diversi: le lettere che i soldati scrivono alle famiglie , il caos crescente in Iraq e il fallimento di trovare le "armi di distruzione di massa". Questo succede sullo sfondo del recente crollo economico negli Stati Uniti, con milioni di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, che hanno subito i tagli dell'amministrazione Bush alla spesa sociale e statale e ai loro standard di vita. Sono stati tutti questi fattori che hanno contribuito ad aumentare il malcontento negli Stati Uniti.

Di conseguenza, l'annuncio di David Kay (capo dell'International Survey Group creato dagli USA per trovare le "armi di distruzione di massa") al Senato degli Stati Uniti che, “Avevamo torto del tutto”, riguardo alle "armi di distruzione di massa", ha portato in superfice tutti i dubbi e le diffidenze sull'amministrazione di Bush. Questa rivelazione è stata la più devastante, perché Kay era uno dei sostenitori più accesi dell'invasione (ed ancora lo è). Senza battere ciglio, Bush ha smesso di parlare delle armi di distruzione di massa come la ragione principale per scatenare la guerra ed invece ha parlato dell'esistenza di “programmi che concernevano la produzione di armi di distruzione di massa”.

Alcuni tra i più critici commentatori negli Stati Uniti hanno messo in ridicolo Bush per essere diventato più incoerente del solito dall'inizio di quest’anno. L'esempio lampante di ciò si è avuto in un programma della NBC, l’8 Febbraio, dove Bush, in una confusa e sconnessa intervista commentò: “Io so di star diventando ripetitivo.” Questo non è un caso –l'amministrazione comprende che si trova in guai molto seri e ciò è dimostrato dal turbamento per le imminenti elezioni e le dimostrazioni di nervosismo. Un sondaggio della CBS, pubblicato il 12 febbraio 2004, dà a Kerry, il candidato Democratico alla Presidenza, il 48% dei voti rispetto al 43% di Bush. Il 50% degli intervistati ha detto che la guerra in Iraq non valeva i costi pagati dagli USA e il 57% che l’appello contro le “armi di distruzione di massa” è stato “esagerato per ottenere l’appoggio alla guerra” (da Middle East International,20 Febbraio 2004).

Una vittoria di Kerry ,nelle elezioni Presidenziali, nelle condizioni attuali porterebbe ad un ritiro unilaterale delle forze degli Stati Uniti, come affermano alcuni commentatori? Questo è estremamente improbabile. Indubbiamente, un Presidente Democratico porterebbe un significativo cambiamento importante nella politica estera, ma non un cambiamento fondamentale. Una presidenza Democratica potrebbe tentare di imprimere un approccio più multi-laterale alla politica estera degli Stati Uniti, tentando di coinvolgere nell’occupazione altre potenze imperialiste, come ad esempio le Nazioni Unite. Dal punto di vista della classe dominante degli Stati Uniti questo potrebbe essere utile nel camuffare ulteriormente la natura dell'occupazione. Tenterebbero di giustificare l’occupazione affermando che le forze Occidentali siano in Iraq per “impedire i disordini” e prevenire la guerra civile, invece che per gli interessi egoistici dell’imperialismo.

Ruolo dell'ONU?

L'amministrazione Bush è stata costretta comunque, a richiedere l’aiuto dell'ONU nell'organizzazione delle elezioni in Iraq a causa dell'impopolarità della sua occupazione. Ma a seguito dell’attentato alla sede centrale ONU in Iraq nell’agosto del 2003, non c'è entusiasmo da parte dell’ONU nell’esserne coinvolta. Kofi Annan recentemente ha commentato: “La sicurezza deve essere migliorata, altrimenti si rischia di ripetere l'esperienza del 19 Agosto” (dal Times, 25 febbraio 2004) L'ONU comunque non giocherebbe un ruolo progressivo in Iraq. E’ un organizzazione controllata da quegli Stati i cui governi, a loro volta, sono controllati dalla borghesia. Per dieci anni, l'ONU è stata responsabile delle sanzioni contro l’Iraq che hanno condotto alla morte circa un milione di persone . L'ONU governa in luoghi come la Bosnia e l'Afghanistan in modo autocratico, perfezionando e portando avanti le politiche capitaliste.

Anche se andasse un Democratico alla Casa Bianca, difenderebbe gli interessi internazionali dell’imperialismo USA. Certo sarebbe condotta una svolta rispetto alla politica degli “attacchi preventiva” , ma se gli interessi politici, economici, e militari degli Stati Uniti fossero minacciati, azioni militari in altri paesi, anche se come ultima misura, non verranno evitate. Sotto la presidenza di Clinton, fu condotta la guerra alla Serbia e sferrati attacchi missilistici contro i terroristi islamici e il designato bersaglio, descritto come “base terrorista”, in Sudan, si è dimostrato essere una fabbrica farmaceutica…

I commenti di alcuni esponenti Democratici riguardanti un'altra “gestione” del Medio Oriente e il conflitto israelo-palestinese, dovrebbero far riflettere sul fatto che una eventuale Presidenza Kerry non sarebbe fondamentalmente più progressista di quella attuale. Commentando la realizzazione del muro di sicurezza costruito dal governo israeliano ,che comporta la confisca di molti terreni ai Palestinesi che vivono sulla West Bank ,Hilary Clinton ha detto: “Penso che ci siano poche nazioni al mondo che non abbiano recinzioni ai loro confini. Denunciare semplicemente Israele perché vuole difendere la sua gente, che è il ruolo di ogni governo, mi stupisce. Non abbiamo una recinzione sul confine messicano?” (Middle East International, 6 Febbraio 2004).

Le rivelazioni sulla non esistenza delle armi di distruzione di massa hanno provocato grossi problemi al governo di Blair. Questo anche a causa della più grande opposizione alla guerra in Gran Bretagna ed il fatto che il problema delle armi di distruzione di massa sia stata la giustificazione principale usata dal governo del New Labour per legittimare l'invasione.

Blair è sulla difensiva per quel che concerne la sua decisione di entrare in guerra e recentemente ha fatto un discorso dove ha tentato una difesa ideologica della sua decisione. Nonostante il tentativo di tendere una mano a chi contestava la guerra, ha continuato a fare un'esposizione più generale delle sue idee di “imperialismo liberale”. Blair , in effetti, vorrebbe la riscrittura delle “leggi internazionali” in modo tale che gli “attacchi preventivi” possano essere accettati anche da strutture come l’ONU!

C'è un limite a quanto tempo Blair possa mantenere ancora la posizione di primo ministro.Diviene ogni giorno più probabile che non rimarrà neanche per molto tempo il leader del New Labour. Gli interrogativi sul suo futuro sono confermati da una dichiarazione data da Denis Healey, uomo di destra del New Labour che in principio ha sostenuto fortemente la candidatura di Blair a segretario generale quando il precedente leader laburista, John Smith morì, secondo il quale Blair “adesso dovrebbe dimettersi.”.

Anche se Blair venisse sostituito da Gordon Brown e Bush venisse sostituito da John Kerry, il caos e lo spargimento di sangue in Iraq continuerà. Alla luce dei recenti sviluppi, molti lavoratori e giovani a livello internazionale hanno paura che si sviluppi in Iraq una guerra civile (come avvenne in Libano) nel prossimo futuro .

Anche se ci sono crescenti tensioni etniche e religiose tra diversi settori della società irachena, una vera e propria guerra civile non è probabile nel breve periodo. Comunque, elementi reazionari della società irachena tenteranno di fomentare le divisioni per i propri fini.

L’Iraq è stata una creazione artificiale dell’ imperialismo britannico che lo occupò dopo la prima guerra mondiale. Fu creato mettendo insieme tre regioni del vecchio Impero Ottomano:la maggioranza Sciita al Sud, i Sunniti al centro ed i Kurdi al nord. Il nord Kurdo non fu mai collegato comunque, storicamente ,politicamente, economicamente o socialmente, alle due altre aree che formavano parte di quella che era nota un tempo come : Mesopotamia. L’ imperialismo britannico ha impiegato molto tempo per “pacificare” il nord Kurdo. Storicamente le potenze imperialiste tradirono l’ aspirazione dei Kurdi ad avere uno loro Stato.

Diversamente da altri paesi arabi,in Iraq la natura del movimento anticoloniale non era pan-arabo ma piuttosto fortemente nazionalista. Nel periodo della lotta contro i turchi ed il colonialismo britannico questo nazionalismo rafforzò la coesione della popolazione e sviluppò l'idea di una nazione irachena, anche se questo non era così fortemente sentito nel nord Kurdo.

Il "divide et impera" dell'Imperialismo

Comunque, la politica di "divide et impera" praticata sotto il dominio britannico prima, e particolarmente sotto la dittatura di Saddam Hussein, ha fatto aumentare le tensioni tra settori diversi della società. Non c'è stata storicamente una tendenza verso scontri tra i diversi gruppi etnici e religiosi in Iraq. Il messaggio antimperialista e pan-arabo del Partito Comunista Iracheno era molto popolare. Verso la fine degli anni ‘50, il PC Iracheno avrebbe potuto condurre ad una rivoluzione socialista. A causa delle politiche errate della dirigenza del Partito questa opportunità fu persa tragicamente, ed il colpo di stato del Partito Baath nel 1963 portò all'assassinio di molti comunisti. Non imparando nulla degli errori commessi, oggi PC Iracheno fa parte dell'Autorità Provvisoria “fantoccio” e sostiene la falsa “costituzione provvisoria”.

I Sunniti hanno dominato l’Iraq da sempre, escludendo la maggioranza degli Sciiti. Le brutali politiche della dittatura di Saddam Hussein – la repressione del dissenso degli Sciiti, particolarmente dopo la prima guerra del Golfo - furono percepite dagli Sciiti come un attacco dell'élite Sunnita.

Forse il più grande pericolo di scontri etnici nel breve periodo è nel nord Kurdo. Si sono già verificati scontri sanguinosi. Nell'area Kurda esiste una minoranza Turcomanna (popolo Turco) e gli Sciiti arabi del Sud furono deportati nella zona dal regime di Hussein nel tentativo di cambiare l'equilibrio etnico in quella regione. Ci sono forti tendenze verso l'autonomia e l'indipendenza fra la popolazione Kurda. I leader del PUK e il KDP hanno visto la nuova costituzione provvisoria, come il primo passo verso l'indipendenza. Comunque, diviene chiaro che i Kurdi non conquisteranno una vera autodeterminazione, ci saranno delle pressioni per una posizione più intransigente che porti all'idea di un stato centralizzato.

In un'indicazione delle possibili tensioni che possono sorgere nel futuro, i Turcomanni hanno organizzato delle manifestazioni di protesta a Bagdad e Kirkuk contro la concessione di status di autonomia alle aree Kurde nelle negoziazioni sulla costituzione provvisoria. I Turkomanni e le popolazioni Sciite nelle aree Kurde, temono la pulizia etnica. E’ evidente che le milizie dei Peshmerga (kurdi) hanno “incoraggiato” gli Sciiti a lasciare le loro case. Duemila rifugiati Kurdi vivono attualmente in un campo profughi allestito nello stadio di Kirkuk e aspettano di prendere le case che saranno lasciate dagli Sciiti.

Nelle condizioni di estrema povertà, e dove esistono minoranze oppresse, ci sono opportunità per le organizzazioni reazionarie di sfruttare le tensioni etniche e religiose che se non controllate possono condurre a scontri e da un certo punto di vista, alla guerra civile. Ma questo è possibile solo in un periodo in cui la classe lavoratrice abbia superato un periodo di sconfitte e le sue organizzazioni siano incapaci di portare avanti un programma che risolvi i problemi che la maggioranza o i lavoratori e i contadini poveri si trovano ad affrontare.

Ci sono quindi altre possibili prospettive in Iraq, diversamente dalla guerra civile e dallo smembramento del paese. Ci sono stati limitati scioperi e lotte dei lavoratori in Iraq sui problemi del salario e della disoccupazione. Tuttavia non si è ancora sviluppato un movimento sindacale nazionale e radicato in tutte le aree, anche se nelle zone urbane c’è una certa resistenza a cadere negli scontri etnici.

Con le difficoltà economiche che crescono ogni giorno, e la sofferenza causata dall'occupazione imperialista, è importante che la classe operaia e i contadini poveri costruiscano e sviluppino le proprie organizzazioni che si pongano di risolvere le questioni principali dell'elettricità, la distribuzione di acqua e cibo, il salario, lavoro per tutti, scuole ed ospedali e per la ricostruzione delle infrastrutture del paese. Una campagna su questi problemi, potrebbe gettare le basi per la formazione di comitati popolari e democratici a tutti i livelli che prendano in mano la gestione della società irachena e che caccino le forze di occupazione insieme al governo provvisorio fantoccio.Gli scontri etnici e religiosi potranno essere fermati con la costituzione di milizie multi-etniche per proteggere la sicurezza di tutti, sotto il controllo dei lavoratori . I socialisti marxisti appoggiano qualsiasi sforzo per costruire organizzazioni indipendenti della classe operaia in Iraq ed applaudono i recenti movimenti dei disoccupati e per i diritti delle donne. Unitamente ad un programma socialista che includa il controllo democratico dei lavoratori e la gestione dell’industria e dell'economia, come alternativa dei lavoratori ai tentativi dei bigotti e dei reazionari.

La convocazione di una assemblea nazionale di delegati democraticamente eletti per votare la formazione di un governo dei lavoratori e dei contadini poveri porrebbe le basi per risolvere i problemi schiaccianti che gravano in Iraq.

L'unico modo di garantire le risorse che potrebbero costituire la base per risolvere i problemi sociali ed economici pressanti, così come il pericolo di conflitti etnici e religiosi, è attraverso la lotta per un Iraq federale e socialista, come parte di una Federazione Socialista del Medio Oriente.

Il CWI richiede:

Il diritto alla libertà di parola e di riunione. Per il diritto ad organizzarsi e scioperare. Costruire un movimento sindacale democratico e di massa Un massiccio programma di creazione di posti di lavoro nel settore pubblico, lavoro per tutti con un salario decente. Suddivisione del lavoro senza perdita salario, fine della disoccupazione. Per l’unione del movimento dei disoccupati con le lotte dei sindacati Lotta alla privatizzazione. Lottare contro gli attacchi ai lavoratori. Forze imperialiste fuori dall'Iraq. No all’occupazione, no al colonialismo. Per un movimento di massa contro l'occupazione in Iraq e in Occidente. Non un'altra goccia di sangue, sia esso iracheno, inglese o americano,per le potenze imperialiste. Lasciamo che gli iracheni decidano del loro proprio futuro. No al governo dell’Autorità Provvisoria imposto dagli imperialisti. Che i lavoratori decidano del loro proprio futuro. Per l'immediata convocazione di una Assemblea costituente democraticamente eletta, che rappresenti la classe operaia, i contadini poveri e le genuine organizzazioni delle donne e della gioventù. Diritto all’autodifesa contro gli Stati Uniti e le altre forze imperialiste, strangolatrici e reazionari. Per la creazione di organizzazioni di auto-difesa della classe operaia unite e democratiche. Popolo in armi, sotto il controllo di comitati eletti dai lavoratori nei distretti, nelle fabbriche e nei posti di lavoro. Per il diritto all’autodeterminazione dei Kurdi. Per la lotta di classe unita e di massa! Per la sconfitta dell’ imperialismo No alle divisioni etniche, nazionali e di casta. Nazionalizzare i settori dominanti dell'economia di irachena, compresa l'industria del petrolio. Per il controllo democratico dei lavoratori e la gestione basata sui sindacati, sui lavoratori e le comunità povere. Per un governo democratico dei lavoratori, del proletariato urbano e rurale e dei contadini poveri.

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