Dopo il congresso di Rifondazione

Una svolta a sinistra?

Intervista con Marco Veruggio, membro del Comitato politico nazionale di Rifondazione Comunista e portavoce dell’area Controcorrente.

Cosa pensi del risultato del congresso del Prc? E’ stato un fatto positivo o negativo?

Senza farsi prendere da troppo facili entusiasmi direi che è stato un risultato positivo e in larga misura inaspettato. Siamo andati a Chianciano sapendo che l’esito più probabile del congresso sarebbe stato o la vittoria di Vendola e la definitiva liquidazione del Partito oppure la palude, l’accordo tra mozione 1 e 2, che avrebbe determinato press’a poco le stesse conseguenze.

Invece un fenomeno di scivolamento a sinistra della base ha impedito questo sviluppo e posto le premesse per un accordo tra le minoranze su un documento politico abbastanza avanzato, considerato il quadro in cui ci muovevamo. La campagna stampa sulla “svolta leninista” del Prc è una caricatura ma coglie la preoccupazione dell’establishment per un esito imprevisto e dal loro punto di vista pericoloso.

Il dato centrale è che Rifondazione Comunista esiste ancora e ci sono le condizioni per una svolta sinistra. La reazione degli iscritti e delle aree più politicizzate che stanno attorno a Rifondazione è stata molto positiva e si tratta di verificare quale sarà l’atteggiamento dei lavoratori, anche se è mi sembra di poter dire che la campagna stampa cui accennavo ha prodotto almeno un’ aspettativa nei nostri confronti. Alcuni delegati mi hanno riferito di questo tipo di reazione nei posti di lavoro: se tutti danno addosso a Rifondazione forse vuol dire che Rifondazione potrebbe tornare ad essere uno strumento utile.

Secondo te perché al congresso è successo quello che è successo?

Perché - come dicevo - man mano che i congressi di circolo andavano avanti è emerso un fenomeno di radicalizzazione della base. Un fenomeno che ha due versanti. Quello soggettivo e cioè la reazione ad anni di moderatismo e di diluizione del profilo ideologico del Prc, una sorta di communist pride per così dire. E in misura minore il versante oggettivo e cioè il fatto che i nostri iscritti sono un pezzo di classe lavoratrice che vive sulla propria pelle la crisi sociale: inflazione, smantellamento dei servizi pubblici, precarietà del lavoro, accompagnati da un’offensiva ideologica nei confronti dei lavoratori: si pensi al pubblico impiego o alla riforma del contratto nazionale. Tutto ciò non tocca direttamente la burocrazia di partito ma non può non influenzare la sua base.

Quale prospettive ha ora il Prc?

La situazione è molto precaria perché il risultato congressuale è fondato su un equilibrio molto fragile. Come dicevo abbiamo posto le premesse per una svolta a sinistra, ma il problema è se dalle premesse discendono le conseguenze. E’ chiaro che oggi il Prc è sospeso su un filo e sottoposto a pressioni contraddittorie. Da una parte c’è una base che è più a sinistra del suo gruppo dirigente, dall’altra c’è la pressione minacciosa dei poteri forti (vedi la campagna stampa sui finanziamenti di 1400 euro alle Farc) ma soprattutto del “partito degli assessori”, timoroso che una politica troppo di sinistra metta in crisi il rapporto col Pd. Il punto è capire se le dinamiche della lotta di classe nei prossimi mesi saranno tali da accentuare il processo di radicalizzazione della base spingendo ulteriormente Ferrero a sinistra. Ma non è indifferente anche l’atteggiamento che assumerà Bertinotti. Se la sua componente esce la competizione tra Rifondazione e la costituente di sinistra dovrebbe contribuire anch’essa a spostare la prima su posizioni più radicali.

Quale sarà il compito di Controcorrente nel Partito?

Molto dipenderà dall’atteggiamento che la nuova maggioranza assumerà nei prossimi mesi. In ogni caso credo che sarà fondamentale lavorare per dare vita a una sinistra di Rifondazione Comunista radicata nei posti di lavoro, nelle scuole e nei movimenti di lotta e in grado di interloquire con tutti i soggetti della sinistra politica e sociale. Nel congresso penso di poter dire che ci siamo costruiti un’immagine di radicalità e allo stesso tempo di concretezza che oggi dobbiamo mettere a frutto, consolidandoci sul piano politico e organizzativo. A noi non interessa amministrare una piccola rendita di posizione accumulata dentro Rifondazione. Ci interessa incidere sulla situazione politica e sociale, crescere come strumento utile agli occhi degli iscritti Prc, dei lavoratori e dei ceti popolari, ridare forza al marxismo nel nostro paese.

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