Dicembre 2008

Sciopero generale e generalizzato

La crisi? Facciamogliela pagare…

lotta

L’Onda nuovamente scende in piazza parallelamente ai lavoratori contro gli effetti della crisi e il governo Berlusconi che attacca i diritti dei lavoratori di oggi e di domani, colpisce la scuola pubblica come i diritti dei precari e dei disoccupati, si appresta a regalare miliardi ai banchieri e speculatori, ma taglia i fondi destinati alla scuola ed all’edilizia scolastica. Così Rivoli ci insegna di scuola – come di lavoro – si può morire.

Mai come oggi l’unità tra lavoratori e studenti è necessaria. Come in Francia qualche anno fa nella lotta vittoriosa contro il CPE, come in Grecia, dove studenti e sindacato lottano contro una politica economica al servizio dei poteri forti e contro la repressione da parte dello Stato.

Al contrario della Francia invece noi non dovremo portare a casa un semi vittoria (nel caso francese il solo ritiro del CPE e non della legge su “l’égalité des chances”), non ci dovremo accontentare di una temporizzazione della 137 o un addolcimento della 133, noi dobbiamo ottenere una vittoria totale su tutte le nostre rivendicazioni.

La lotta va portata avanti con gli strumenti del conflitto sociale. Diffidiamo dei surrogati istituzionali come i referendum. Chiediamo una grande manifestazione nazionale unitaria di tutte le forze espressione del movimento operaio e studentesco contro la politica economica del Governo su lavoro e scuola: uno sciopero generale e generalizzato che sappia mettere insieme – nel rispetto delle diversità e delle autonomie reciproche – le forze più combattive della società italiana.

Il 12 dicembre deve essere un primo passo. Un primo passo per trovare i terreni di lotta comune tra l’onda e il lavoratori, un primo passo per una riflessione su quale alternativa a questo sistema fallimentare vogliamo proporre. La riflessione su quest’alternativa la viviamo ormai da mesi all’interno dell’Onda prima sull’autoriforma dell’università stessa e puoi sul welfare; adesso è l’ora di confrontare le nostre esigenze e desideri con il resto della società. Un primo passo perché la pressione che, assieme ai lavoratori, abbiamo messo sulla Cgil deve continuare per costringerla a ritornare ad essere un sindacato di lotta e spingere la sua piattaforma a sinistra chiedendo l’immediata abrogazione della legge Bossi-Fini. Dobbiamo da oggi, elaborare un agenda di iniziative combattive assieme ai lavoratori sulle questioni di casa, scuola, lavoro e diritti; in modo tale ad ampliare al massimo il movimento di chi si rifiuta di pagare la crisi.

Soltanto un movimento di massa può portare ad una vittoria, solo un movimento che coinvolge l’intera società può offrire un'alternativa a tagli, morti sul lavoro ed a scuola, assassini e violenze delle forze dell’ordine, un’alternativa al sistema capitalista.

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